Studenti a lezione di giustizia e legalità
Tra i relatori del corso promosso da Ruzzenenti c'erano l'avvocato Gomiero e il maresciallo Donno
Chi è un pm e di cosa si occupa? E un avvocato penalista? Quali sono i principali compiti dei carabinieri? È partito da qui, spaziando poi tra i pericoli che si nascondono dietro un uso non consapevole di Internet, l'incontro sui temi della legalità promosso dall'istituto «Medici» di Porto. Il corso affrontato quest'anno - sempre grazie al supporto di Maurizio Ruzzenenti, presidente dell'associazione «Progetto Carcere 663-Acta non Verba» di Verona - punta a far riflettere sul «Potenziamento delle competenze di cittadinanza globale» ed è parte integrante del tavolo di lavoro «Legalità e Giustizia», sostenuto dal Csv veronese. In quest'ambito, 50 studenti delle due classi quarte dell'indirizzo socio-sanitario hanno avuto il privilegio di incontrare la dottoressa Angela Barbaglio, Procuratore capo di Verona e prima donna in Veneto a ricoprire questo incarico. Accanto a lei, sono intervenuti il maresciallo maggiore Nicola Donno dei carabinieri di Legnago, e l'avvocato penalista Stefano Gomiero. Gli studenti hanno seguito con interesse un argomento utile non solo per un arricchimento teorico, ma anche ai fini pratici visto che spesso i ragazzi faticano a distinguere ciò che è lecito da ciò che non lo è. Tanto che non a caso, nell'introdurre l'incontro, Ruzzenenti ha voluto citare due recenti fatti di cronaca mettendo in guardia gli studenti dal postare video di un certo tipo o dal compiere atti di bullismo in Rete. Un tema questo ripreso più volte dai relatori. Il maresciallo Donno, dopo aver invitato i ragazzi a non sottovalutare l'uso e l'abuso di droghe, ha spiegato loro le conseguenze di certi comportamenti sui Social. «Non pensiate di essere protetti dallo schermo perché non è così», ha rimarcato, «queste azioni sfociano spesso in reati». È andata addirittura oltre il Procuratore capo Barbaglio. La quale, dopo aver spiegato ai ragazzi l'ordinamento giudiziario e i diversi ruoli in magistratura, li ha invitati non solo ad un uso corretto dei social, ma a sperimentare «il valore del rapporto diretto con le persone». «Si possono capire tante cose da un piccolo gesto o da un moto improvviso del viso. Non solo. Il comprendere gli altri dal loro punto di vista ci rende più sicuri». «Con un click si può essere dall'altra parte del mondo», ha sottolineato l'avvocato Gomiero, «ma prima di quel click, ragazzi, guardatevi in faccia e capite come funziona davvero la vita. E quando usate la Rete fatelo bene perché quello che succede lì dentro non si perde e tutto ha un risvolto personale». Non sono mancate naturalmente le domande degli studenti. Tra gli argomenti più gettonati i reati commessi dai loro coetanei, la liberalizzazione delle droghe leggere e l'uso delle intercettazioni che toccano la sfera privata.
Elisabetta Papa, L'Arena, giovedì 07 dicembre 2017 PROVINCIA, pagina 39