XVIII Congresso dell’European Fair Play Movement

Lo chef siciliano che mette il fair play in cucina

L'ARENA GIORNALE lunedì 29 ottobre 2012

Per tre giorni è stato lo chef del fair play. Corrado Parisi, 34 anni, siciliano di Ispica, in provincia di Ragusa, titolare della Locanda del Monsù a Sant´Agata di Militello, in provincia di Messina, è un giovane intraprendente che a Verona ha dato il suo tocco in cucina in occasione del diciottesimo Congresso Europeo del Fair play, evento che ha ospitato, delegazioni provenienti da 40 Paesi d´Europa in Gran Guardia, nell´ambito della Settimana del Fair play che ha coinvolto scuole, associazioni sportive, istituzioni e cittadini.

«Ho proposto una cucina creativa dove si sono sposati prodotti e ricette veronesi con quelli di altre regioni e di altre culture», spiega il giovane chef che ha già ricevuto diverse menzioni su guide nazionali. «Credo che anche a tavola si possa fare del fair play, imparando a conoscere gusti diversi, ingredienti differenti, ricette di altre regioni e di altri Paesi. Per me il fair play in cucina vuol dire intrecciare culture diverse e differenti modi di cucinare. Conoscendoci, come persone e come culture del cibo, a mio avviso impareremo meglio ad apprezzarci e anche a rispettarci. Il cibo è un formidabile veicolo di fratellanza. Conoscere le origini dei piatti e avere la curiosità di scoprirle può aprire orizzonti inaspettati. E anche molto piacevoli».

Un messaggio di pace nel nome della buona cucina. Sotto il Loggiato della Gran Guardia, dove Corrado parisi ha allestito il suo quartier generale coadiuvato da alcuni colleghi siciliani e dagli studenti dell´istituto alberghiero di Legnago, «bravissimi, impegnati e motivati», ha sottolineato lo chef siciliano,

ha proposto in menù ricette tipiche veronesi, un test di piatti mediterranei e un buffet fusion in omaggio al mondo con il cous couscous della pace, le panelle fatte con la farina di mais anzichè di ceci, usata invece per la polenta fritta, giusto per intrecciare le tradizioni, focacce modicane e cotechino con la «pearà» e focacce di altre regioni come la ligure e la toscana. Il tutto accompagnato da vini di tutte le regioni italiane, per restare in tema di confronti a tutto campo e anche per non fare torto a nessuno.

«Amo Verona e anche la cucina veronese che ho conosciuto anni fa», racconta Parisi che ha fatto il paracadutista nell´esercito, «quando feci il corso di ricognizione a lungo raggio alla caserma Duca di Montorio. Mi piace la tranquillità che c´è in questa città. E ho approfittato di questa occasione per andarmela a visitare un po´ più a fondo perchè so che è una città piena di storia e di magnifici monumenti».

Elena Cardinali

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