LEGNAGO. Il famoso pianista si è confrontato con gli studenti dell´Istituto «Medici» sui suoi esordi e sul suo successo
L'ARENA GIORNALE domenica 27 novembre 2011
Ragazzo tra i ragazzi, il musicista non si è risparmiato ed ha anche suonato per loro
«Che cambiamenti ti ha portato il successo?» gli chiede Matteo. «Un po´d´ansia, ma è bene precisare che in realtà il successo non è andare in tv, ma significa fare quello che ci si propone nella vita. Ecco, in questo senso sì, credo di averlo ottenuto». E ancora. «Se avete un sogno, ragazzi, inseguitelo. Credeteci sempre. Ma perché questo desiderio si realizzi dovete guardarvi dentro, capire quello che davvero volete». Da questo ai ricordi degli inizi, il passo è stato breve. «Ho inseguito il mio sogno anche quando tutto sembrava remare contro. A 28 anni ero supplente di musica alle medie. Lo volevano i miei genitori, ma io mi sentivo uno yoghurt a scadenza. Me ne sono andato a Milano per studiare composizione al conservatorio. Di giorno scrivevo musica, la sera facevo il cameriere. Ed ero felice». Anche se poi l´inizio carriera non fu certo tra i più facili. «Mi chiamarono a Napoli per un concerto importante. Non stavo nella pelle ed ero terrorizzato, come lo sono tuttora prima di una serata. In sala erano arrivate solo 5 persone, ma alla fine fu grandioso. Mi applaudirono di continuo e finimmo con l´abbracciarci tutti».
Jeans, t-shirt nera, scarpe da ginnastica, una cascata di riccioli neri, aria scanzonata da eterno ragazzo: il suo look è ormai quasi un marchio. E difatti non poteva che presentarsi così il pianista, compositore e direttore d´orchestra Giovanni Allevi, arrivato al teatro Salieri per il suo nuovo «Alien World Tour 2011», ma anche per incontrare 600 ragazzi dell´Ipaata Medici che gli avevano inviato una mail per conoscere da vicino lui e la sua musica. In un Salieri straripante, ragazzi ed insegnanti sono rimasti incantati davanti alla sua simpatia, alla sua semplicità e a quell´innata timidezza che, a dispetto del successo ottenuto in tutto il mondo, lo fanno sempre sembrare ragazzo tra i ragazzi. Per un´ora e mezza Allevi, introdotto dal direttore del Salieri Federico Pupo e dal dirigente scolastico Luigi Santillo, ha scherzato, risposto a domande e curiosità, senza sottrarsi ad esecuzioni al pianoforte. Così - «per prendere coscienza della situazione» - ha regalato ai ragazzi alcuni pezzi live, tra cui i celebri «Come sei veramente», «Back to life», «Tokyo station». Nessuno dei ragazzi gli ha dato del «lei». E lui, felicissimo, ha preso spunto dalle domande per coinvolgerli nel suo mondo e nella musica. Una musica nata in mezzo alla gente e per la gente, «che riesco a comporre grazie alla tecnica appresa in 20 anni di studio negli ambienti accademici», ha rivelato il pianista, «ma che sarebbe impossibile senza le persone. Per questo scrivo le partiture in metrò a Milano. Ho una panchina su cui mi siedo per ore. Osservo la gente, piena d´ansia, di paronoie. È lì che nasce tutto».
Elisabetta Papa