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Stress da pre-esame di maturità? Niente paura. All'istituto Medici di Porto di Legnago la ricetta per allentare le tensioni l'hanno trovata. Questa mattina, per la prima volta nella zona, circa 150 studenti delle sei quinte dei diversi indirizzi che dal prossimo 21 giugno affronteranno l'esame di Stato, potranno tirarsi un po' su di morale, abbattendo per qualche ora timori, ansie e stanchezza da studio, grazie alla prima edizione della «Festa dei cento giorni»: ovvero l'usanza, nata nel 1840 all'Accademia militare di Torino e diffusasi poi in diverse scuole superiori d'Italia, di festeggiare i cento giorni che mancano all'esame di maturità tra divertimento, sana goliardia e riti scaramantici.L'idea, lanciata dalla docente di diritto Maria Luisa Mele e subito accolta con entusiasmo dal rappresentante d'istituto degli studenti, Luca Pellizzari, ha via via coinvolto nella preparazione allievi ed insegnanti.«Questa tradizione», spiega la professoressa Mele, «non è molto diffusa qui da noi, ma i ragazzi sono stati felici di organizzarla. Lo scopo è quello di creare uno spirito di gruppo che possa aiutarli ad affrontare l'ansia dell'esame di fine scuola. Perché è sì importante studiare, ma anche condividere momenti di distensione, di incontro e di festa». E stamattina ce ne sarà davvero per tutti i gusti: dalla parodia del successo sanremese «Occidentali's Karma che sarà trasformato in «Maturitati's Karma», ai poemetti ironici composti dai maturandi sui loro docenti, fino all'emozionante benedizione delle penne che saranno usate all'esame da parte di don Samuele Zanchi, curato del Duomo.

Elisabetta Papa, L'Arena - Edizione del 11/3/2017, Sezione "Provincia", pag. 38

Maurizio Ruzzenti e il capitano Gabriele Schiaffini incontrano gli studenti dell'istituto Medici durante la Settimana dello sport

LEGNAGO. All'istituto Medici incontro con gli studenti promosso da Progetto Carcere 663-Acta non Verba di Maurizio Ruzzenenti

Il capitano Schiaffini, del Comando provinciale dei carabinieri, mette in guardia i giovani: «Non ci si salva dicendo "Io non lo sapevo"»

«State attenti ragazzi. A partire dai 14 anni siete penalmente perseguibili e non ci sono scuse che tengano. La legge non giustifica l'ignoranza». A mettere in guardia i giovani sui gravi rischi che corre chi, anche se non ancora maggiorenne, commette reati - magari con l'aggravante, prevista dal codice penale, che questo avvenga durante una manifestazione sportiva come ad esempio allo stadio - è il capitano Gabriele Schiaffini, del Comando Provinciale dei Carabinieri di Verona, esperto in ordine pubblico. Il quale, davanti a una platea di 200 allievi, è intervenuto come relatore d'eccezione all' incontro «Sport, tifosi, disordini, daspo» all'istituto Giuseppe Medici di Legnago (il daspo è il divieto di accesso alle manifestazione sportive).Una scuola da anni particolarmente sensibile a questi tema «tanto che lo scorso 14 febbraio», spiega il dirigente Stefano Minozzi, «in occasione della Giornata della legalità promossa dall'Ufficio scolastico territoriale con la Consulta studenti della Provincia di Verona, siamo stati insigniti del titolo di Ambasciatori della legalità».L'appuntamento, organizzato da Maurizio Ruzzenenti, presidente dell'associazione Progetto Carcere 663- Acta non Verba di Verona che da anni, proprio al Medici, in accordo con i docenti referenti Maria Luisa Mele e Maurizio Merlin tiene regolarmente corsi di educazione alla legalità, è stato inserito nella Settimana dello sport. Con l'obiettivo di offrire ai ragazzi la possibilità di conoscere da vicino le regole da tenere in ambito sportivo, in particolare quando si assiste a una partita di calcio allo stadio. E proprio questo sport, come ha sottolineato Ruzzenenti, sembra «essere deputato ai maggiori disordini». «Spesso», ha esordito il capitano Schiaffini, «i ragazzi della vostra età non sanno che cosa rischiano quando non rispettano la legge e quando, magari trascinati dalla cosiddetta "psicologia della folla", si comportano in modo diverso da come agirebbero da singoli. Si parte con il dire: lo fanno tutti perché non lo posso fare anch'io. Oppure si crede di non essere rintracciabili grazie all'anonimato che si crea appunto sugli spalti, ma alla fine ci si ritrova sempre nei guai. È difficile parlare di anonimato in uno stadio. Ci sono impianti di videosorveglianza perfetti ai quali è impossibile sfuggire. Inoltre chi acquista il biglietto ha l'obbligo di esibire il documento. E se si commette un reato non basta dire "non lo sapevo"».Insomma, se un tifoso decide di scavalcare la rete del campo, lanciare in campo una bottiglietta d'acqua o altri oggetti, portare con sé dispositivi luminosi e fumogeni, danneggiare strutture, offendere un pubblico ufficiale oppure uno steward, cioè un addetto alla sicurezza, non può trincerarsi dietro un semplice «non sapevo».«Il reato», ha sottolineato ancora con forza il capitano Schiaffini, «comporta la denuncia e questa, ragazzi, vi sporca per sempre la cosiddetta fedina penale. Perché averla nel casellario giudiziario non è cosa da poco: può precludervi una carriera lavorativa futura, nelle forze dell'ordine, ma anche in un'azienda privata. Perciò attenzione: prima di fare qualsiasi cosa, magari fumarsi uno spinello per sentirsi "fighi", pensateci bene. Una denuncia ve la portate avanti per tutta la vita».Sempre in tema di calcio, a catturare l'attenzione degli studenti è stato naturalmente il daspo. «Un provvedimento atipico», ha precisato l'esperto, «che vieta l'accesso allo stadio a chi viene considerato pericoloso. Può essere emanato non solo in seguito a una denuncia, ma anche in via preventiva da parte del questore». «Ragazzi», ha concluso il capitano, «avete il futuro davanti. Non commettete sciocchezze, rischiate di pentirvene amaramente».

Una mostra per raccontare le differenze. È quanto accade all'istituto «Medici» di Porto dove è ospitata la speciale esposizione itinerante «Cheese»: un progetto biennale promosso dall'associazione Zeta, con il contributo della fondazione San Zeno, grazie al quale nel primo anno saranno interessate cinque scuole del Veronese, mentre nel secondo è previsto il coinvolgimento in Veneto di altri sette istituti. La mostra, sette espositori e uno stendino dove appaiono i lavori svolti dagli studenti, è il momento conclusivo di un percorso che è iniziato a metà novembre e che ha coinvolto quattro classi e 37 insegnanti, impegnati in alcuni laboratori didattici, della durata totale di dieci ore, sul tema dell'educazione alle differenze, di qualsiasi tipo, attraverso il «cooperative learning»: un metodo didattico in cui gli studenti lavorano insieme in piccoli gruppi per raggiungere obiettivi comuni, cercando allo stesso tempo di migliorare reciprocamente il loro apprendimento. «Gli obiettivi del progetto», spiegano dall'associazione Zeta, «sono essenzialmente due. Il primo è quello di far conoscere una metodologia di lavoro di gruppo che risulta particolarmente efficace, in primis con i ragazzi ma anche con gli adulti. Il secondo punta invece a promuovere una riflessione positiva e costruttiva sul tema delle differenze, coinvolgendo le scuole di città e provincia. L'associazione Zeta promuove la cultura della solidarietà e della giustizia sociale, organizza eventi culturali di approfondimento ed informazione, finalizzati alla elaborazione di risposte concrete su fenomeni sociali che presentano aspetti di criticità, a partire da quelli legati all'immigrazione. Informazioni si possono reperire sul sito http: // www.progettocheese.it/.

Elisabetta Papa, L'Arena, martedì 20 dicembre 2016 PROVINCIA, pagina 36 

Un allevamento zootecnico di animali d'affezione che racchiude anche un'importante funzione sociale ed educativa. L'idea arriva dall'istituto agrario «Giuseppe Medici» di Porto di Legnago dove, grazie al sostegno del Lions club legnaghese e del Centro cani guida Lions di Limbiate (Milano), si è dato il via ad un'innovativa struttura zootecnica dove potranno essere allevati labrador da addestrare poi come cani guida per non vedenti. A completamento di tutto, nei giorni scorsi, ha fatto il suo ingresso al «Medici» anche l'indiscussa star del progetto: vale a dire un bel esemplare di femmina di labrador, di quatto anni, con un pedigree impeccabile ed un nome - Grace Kelly - altrettanto impegnativo, che se al momento si limita ad essere la mascotte della scuola, nei prossimi mesi diventerà appunto «fattrice» delle future guide mettendo al mondo i cuccioli da destinare ai ciechi. «Fin dalle sue origini», spiegano il presidente del Lions Emanuele Nascimben e Maria Luisa Mele, membro del direttivo oltre che docente al Medici, «il Lions ha avuto come obiettivo primario quello di dare la luce in senso, metaforico, con le sue iniziative. E con questo service, che unisce i giovani ai non vedenti, avremo modo di farlo concretamente». Kelly, che è stata procurata dal Lions ed è ora affidata alle cure del dirigente scolastico Stefano Minozzi, sarà ingravidata la prossima primavera grazie ad un esemplare maschio, con requisiti pari ai suoi, fornito sempre dal centro di Limbiate. «Per tutta la gravidanza», spiega il preside, «la cagnetta verrà seguita dal veterinario Simone Tombolani e da un'équipe di tirocinanti universitari. Due mesi dopo, se tutto andrà bene, avremo la cucciolata. I nuovi arrivati resteranno nella nostra struttura per l'intero periodo dello svezzamento, sempre sotto l'occhio vigile degli esperti. Al termine dei tre mesi e fino al compimento del primo anno di vita, i piccoli labrador saranno invece ospitati da alcune famiglie di allievi che, oltre a rispondere a determinati requisiti, dovranno seguire un protocollo molto rigido prima di riconsegnare gli animali al centro di Limbiate dove si provvederà al loro addestramento come cani guida». «Grazie a questo progetto», conclude Minozzi, «gli studenti potranno acquisire competenze fondamentali per il loro futuro professionale e allo stesso tempo avvicinarsi ad una zootecnia che abbia anche una finalità sociale». Il progetto è stato apprezzato anche dall'Ufficio scolastico provinciale in quanto il labrador «Grace Kelly» favorirà un clima di maggiore serenità e complicità tra gli oltre 1.200 studenti dell'istituto di Porto.

Elisabetta Papa, L'Arena, 17 novembre 2016, p.38

Indirizzo

La sede dell'Istituto Giuseppe Medici si trova in:

  • Via Nino Bixio, 49
    37045 Legnago - VR
  • Coordinate: Lat. 45.200078, Long. 11.31774
  • Codice Univoco per la fatturazione elettronica: UFTFPK

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